ECCO LA LETTERA RISERVATA (SONO INFORMAZIONI CONFIDENZIALI) CHE ANCHE TU POTRESTI RICEVERE DALL’ENEL SE TI SEI MESSO IN CASA IL SISTEMA DI ACCUMULO FOTOVOLTAICO SBAGLIATO

accumulo in isolaHai un impianto fotovoltaico e hai comprato da poco un sistema di accumulo in isola (OFF-GRID) tipo “UPS” perchè vuoi tenere tutta per te la preziosa energia prodotta dai TUOI pannelli?

O forse stai pensando di farlo, e stai cedendo alle lusinghe del venditore di turno?

Ti faccio queste domande perchè se ti sta anche solo lontanamente sfiorando l’idea di piazzarti in casa un sistema di accumulo OFF-GRID tipo “UPS”, è meglio che te la togli, e anche velocemente, dai retta al nonno.

Infatti potresti ricevere anche tu dal gestore di rete della tua zona una raccomandata che ti potrebbe togliere il sonno, come quella recapitata ad una signora che ci ha contattato (che stiamo cercando di aiutare) e che tra poco potrai leggere anche tu in via confidenziale.

Prima però ti consiglio di approfondire meglio la differenza tra un sistema di accumulo (SDA) e uno tipo “UPS”, leggiti QUESTO ARTICOLO, così impari qualcosa di nuovo.

Se invece sei pigro e non hai proprio voglia di sciropparti la pappardella, ti vengo incontro con piccolo riassunto, perchè voglio essere certo che tu abbia capito bene la differenza tra i due sistemi e il guaio in cui ti sei cacciato (ti sei fidato, lo so, non è colpa tua), o nel quale ti stai cacciando (se appartieni alla seconda categoria non sai quanto sei fortunato).

HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA…

 
Tutto sommato questa volta è semplice. Poco piacevole, certo, magari anche discutibile…ma indubbiamente semplice.

Se ti hanno venduto un sistema a batterie tipo “UPS” con l’intento di utilizzarlo come accumulo fotovoltaico, sempre in funzione e in grado di farti utilizzare alla sera l’energia accumulata durante il giorno, beh…direi che hai un bella gatta da pelare.

Prima cosa:
Un sistema di accumulo tipo UPS (che è certificato CEI EN 62040 e non CEI 0-21), si può installare a patto che faccia quello per cui è stato costruito, cioè il gruppo di continuità. E cosa fa un gruppo di continuità? Si deve attivare SOLO (la chiave è tutta qui) in situazioni di emergenza.

Ovvio…è un gruppo di continuità!!! Nel tuo caso un pò costosetto, a dire il vero…magari fa molto “green”…ma la normativa dice chiaro e tondo che deve funzionare solo quando la corrente di rete non c’è.

Quindi no, non funziona come te l’hanno venduta, vecchio mio.

Se il tuo sistema è un UPS certificato CEI EN 62040, NON PUO’ ESSERE SEMPRE ACCESO E UTILIZZARE LE SUE BATTERIE COME ACCUMULO FOTOVOLTAICO PER I TUOI PANNELLI, OGNI SANTO GIORNO H24 in modo da non comprare più l’energia dall’Enel o da chi per essa.

Non lo può fare perchè è un gruppo di continuità.

E’ CERTIFICATO per essere un gruppo di continuità, CAPISCI?

Quindi se chi te l’ha venduto (o te lo sta vendendo) ti ha detto che si poteva fare, ti ha tirato una sòla…si, te lo dico in modo grezzo ma non so come altro dirtelo.

Seconda cosa:
Se vuoi un accumulo fotovoltaico devi installare esclusivamente macchine e sistemi certificati CEI 0-21, perché sei obbligato ad allacciare il tuo impianto alla rete COMUNQUE, anche se il tuo sistema è progettato per non mandar fuori nulla.

Te lo ridico meglio, così ci capiamo ed evitiamo fraintendimenti: se desideri tenerti in casa tutta l’energia prodotta dall’impianto senza cedere nulla alla rete lo puoi fare, non c’è problema; basta però che acquisti un sistema in grado di farlo MA che sia ANCHE certificato CEI 0-21, perchè dovrai comunque connetterlo alla rete.

Proprio così, anche se non immette nulla.

Perché il punto non è questo come ti vogliono far credere i “talebani” venditori di sistemi di accumulo tipo UPS che in nome delle loro stupide crociate ti piazzano sul groppone un grosso problema invece che una soluzione; il punto non è se il sistema è in grado di immettere o meno energia in rete.

Il punto è che qualsiasi sistema in grado di modificare sostanzialmente i profili di consumo delle abitazioni ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della giornata (esattamente come fa il tuo sistema tipo UPS che ti hanno venduto) è a tutti gli effetti considerato “sistema di accumulo”; va quindi connesso alla rete, e tu non ci puoi fare nulla.

Convieni con me che se prima spendevi 1.500 € di energia elettrica comprandola dall’enel di turno e oggi ne spendi 250, forse il profilo di consumo della tua casa me lo stai “leggermente” modificando?

OCCHIO CHE IL BELLO VIENE ADESSO

 
Se pensi che ti abbia scritto stupidaggini e/o tu vuoi fare lo stesso il furbo “all’italiana”, la nostra virtù più amata che consiste nel fare un pò come ci pare in barba alle normative e alle leggi, che tanto sono interpretabili e poi nessuno controlla, devi fare attenzione.

Infatti qualche giorno fa ho ricevuto una vera e propria richiesta di aiuto da una signora impanicata quanto basta, che dopo aver acquistato da una ditta locale (non posso fare nomi ovviamente, anche se lo vorrei tanto) proprio uno di questi famigerati sistemi di accumulo tipo “UPS” OFF-GRID (la signora voleva un sistema senza obbligo di allaccio), ha ricevuto la lettera che puoi leggere qui sotto e che esprime la posizione ufficiale dell’ufficio Enel preposto a riguardo (ti consiglio di leggere con molta attenzione, ho messo solo una paio di omissis su parti non essenziali):

Gentile Sign.ra,

(omissis) …qualora il suo impianto cosiddetto OFF-GRID, non sia assimilabile a un UPS, la situazione creata sarebbe in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente e creare una situazione di pericolo per gli altri utilizzatori della rete nonché per il personale operante sulle linee.

Gli UPS, ai fini delle attuali norme in vigore, devono rispondere ai requisiti funzionali delle Norme CEI EN 62040-1, CEI EN 62040-3 e CEI EN 50171, tali norme prevedono la separazione dalla rete ed il funzionamento dell’UPS in isola sui carichi nel solo caso di assenza o anomalia della rete stessa.

Secondo le Norme CEI 0-21 e 0-16, nell’attuale formulazione, qualsiasi sistema di accumulo (non riferibile ad un UPS) deve essere considerato come generatore; infatti, la presenza di un sistema di accumulo in un qualsiasi impianto ne comporta la classificazione di impianto attivo.

La Delibera n. 574/2014/R/eel, integrata dalla delibera n. 642/2014/R/eel, regolamenta quindi tutti i sistemi di accumulo, ad eccezione di quelli isolati dalla rete o che entrano in funzione solo a seguito dell’interruzione dell’alimentazione dalla stessa.

All’ atto pratico quindi, si possono presentare tre casistiche:

1. Impianti FTV + accumulo OFF-GRID o generatore di altro tipo, che intervengono ( si avviano ) e si collegano alle utenze da alimentare solo a valle dell’interruzione della rete e che, in normali condizioni, sono scollegati dalla rete o spenti e non alimentano nessuna utenza. Sono sistemi che entrano in funzione per cause indipendenti dalla volontà dell’utente. Tutto il sistema non risulta mai in parallelo con la rete del distributore;

2. Impianti ON-GRID, sono gli impianti di produzione FTV + accumulo come da schemi CEI 0-21, tutti gli schemi, per cui a valle dell’intervento del DDI esiste una parte di impianto domestico che continua ad essere alimentato dal sistema FTV + accumulo;

3. Esiste una ulteriore casistica di impianti, chiamato impropriamente OFF-GRID, sono quei sistemi di accumulo che non funzionano in maniera continuativa in parallelo con la rete, in cui il carico dell’utente può essere alimentato sia dalla rete pubblica che dal sistema di accumulo. In questi casi, l’energia dell’impianto non va mai in rete tranne che nei casi di transitorio in cui i flussi energetici si invertono per improvvisa mancanza di carico. Il sistema non può in alcun modo intervenire sul DDI per provocare un distacco, semplicemente deve essere in grado di gestire il flusso energetico. Per questi sistemi, le configurazioni ammesse sono sempre e solo quelle prevista da CEI 0-21 e CEI 0-16.

Ne consegue che:

• ai casi di cui ai punti 2 e 3 si applica il TICA – Testo Integrato delle Connessioni Attive (e le norme CEI 0-16 e 0-21), con regolare domanda di connessione;
• ai casi di cui al punto 1 non trova applicazione il TICA, pertanto non è prevista la domanda di connessione. Il riferimento normativo vigente è la EN 62040 relativa agli UPS.

… (omissis) …

La lettera prosegue con la richiesta della documentazione in grado di comprovare il rispetto della normativa vigente e con la diffida al mantenimento dell’impianto nelle condizioni in cui si trova in assenza di tale documentazione, e si conclude in modo piuttosto perentorio richiedendo o la connessione dell’impianto alla rete (se ce ne sono i presupposti) o la cessazione totale della fornitura di energia elettrica al fine di poter operare in isola.

Ti scappa di andare in bagno? Fai bene…ma non dimenticare di lavarti le mani prima di tornare alla tastiera e leggere il resto!

Bene, adesso che ti sei scaricato, dovresti cominciare a preoccuparti molto seriamente, perché:

  se hai gli incentivi del conto energia, è solo questione di tempo prima che tu abbia un controllo da parte del GSE. Non è SE avrai la visita degli ispettori…è QUANDO l’avrai. E siccome probabilmente non avrai dichiarato nulla nemmeno a loro, beh, il resto te lo lascio immaginare.

  in tutti gli altri casi la questione è meno dolorosa, certo, ma sei in ogni caso fuori legge.

  anche se hai deciso di redimerti, comunque non puoi connettere il tuo sistema di accumulo alla rete così com’è perché non dispone delle necessarie certificazioni per la CEI 0-21.

  di fatto dovresti spegnerlo, oppure fargli fare quello per cui è certificato, cioè il gruppo di continuità: tiene sempre cariche le batterie senza mai scaricarle tranne nei pochi casi in cui manca la rete causa black-out (wow).

Come dici? Hai speso una montagna di soldi per avere una cosa che su amazon costa un migliaio di euro e fa lo stesso servizio?

E’ così, hai ragione, ma non ci puoi fare niente…se non andare a prendere chi te l’ha venduto e farci quello che preferisci (se riesci a trovarlo, naturalmente).

D’altronde c’è chi lavora tutelando sempre e in ogni caso gli interessi dei propri clienti e chi invece vende pensando di fare solo i propri, perché le certificazioni costano, ammesso che il sistema sia in grado di rispondere a tutti i requisiti della norma.

E’ un modo come un altro per ribadire che esistono azienda serie e aziende che non lo sono, ma in realtà non sto dicendo nulla che non sapete già, se mi conoscete.

Quindi, ricapitolando: vuoi tenerti tutta l’energia fotovoltaica prodotta dal tuo impianto perché non vuoi svenderla all’enel, oppure ti secca darla via al tuo vicino di casa antipatico che la userà al posto tuo?

Acquista pure un accumulo in isola OFF-GRID, ma ricorda che deve essere certificato CEI 0-21 e che lo dovrai comunque allacciare alla rete.

Se questo articolo ti è piaciuto (o ti é stato utile) lascia pure un commento qui sotto!

A presto!

Loris

85 pensieri su “ECCO LA LETTERA RISERVATA (SONO INFORMAZIONI CONFIDENZIALI) CHE ANCHE TU POTRESTI RICEVERE DALL’ENEL SE TI SEI MESSO IN CASA IL SISTEMA DI ACCUMULO FOTOVOLTAICO SBAGLIATO

  1. Buonasera Sig. Loris,
    mi piace come si esprime, ma ho letto tutti i post e adesso ho una gran confusione (!!!) e mi piacerebbe capire alcune cose…mi sono imbattuto (come tanti) in una pubblicità che ha colto la mia attenzione ed ho cercato di capirne di più (con scarsi risultati) aiutato ovviamente dall’aumento delle bollette e dai servizi de “Le Iene”..il prodotto che stavo valutando è EcoFlow Delta2..ho visto molti video e sembra buono, ma dopo quello che ho letto qui comincio ad avere seri dubbi..non tanto sulla funzionalità quanto sull’approccio alla normativa..connesso alla rete significa “attacco la spina qual’ora i pannelli non riescano a soddisfare la capacità delle batterie” ..giusto?
    Anche se io dal prodotto (che ha 4 uscite schuko) ci collego forno, lavatrice, computer e li uso esclusivamente così..connessi all’apparecchio senza interfacciarmi con la rete elettrica sono legato alle normative di riferimento? Mi scusi, ma come ho detto, ho un po’ di confusione..e non credo sia solo mia..vorrei anche una sua opinione sul fotovoltaico da balcone.
    La ringrazio in anticipo e la saluto, Mauro provincia di Udine

    1. Buonasera, l’attuale normativa prevede che vi sia una procedura semplificata per impianti fotovoltaici di potenza inferiore agli 800 Wp (mini fotovoltaico), con particolare riferimento a quelli inferiori ai 350 Wp (plug and play). In tutti gli altri casi l’impianto fotovoltaico deve essere connesso alla rete, a prescindere sia dotato di batterie o abbia caratteristiche più o meno particolari; quindi, per essere collegabile, l’inverter deve essere certificato alle norme CEI 0:21.

      Pertanto serve partire dalla potenza fotovoltaica e applicare la parte di normativa di competenza.

      Sul fotovoltaico da balcone, invece, non ho particolari opinioni, dipende tutto da ciò che si cerca. Se vi accontentate di una soluzione che offre una modesta quantità di energia e quindi mediamente una piccola parte di autoconsumo (poi ovviamente dipende dalle situazioni specifiche), quella soluzione va bene, e costa poco.

      Se invece volete impattare significativamente sui vostri consumi, dovrete guardare altrove.

  2. Curiosità, che mi è sorta leggendo la CEI 0-21, se invece di usare questi “inverter con funzione di UPS” che non sono certificati e fanno tutt’altro, configuro l’impianto connesso alla rete come un tradizionale impianto di casa senza nulla e a fianco costruisco un impianto fotovoltaico con accumulo ad isola, a valle dei due ho le mie utenze e le faccio alimentare da un gruppo ATS che compro già certificato allo scopo (ad esempio un classico quadro ATS per scambio tra rete e gruppo elettrogeno termico realizzato con i due interruttori interbloccati), mi risulta che non sia più questa la normativa di riferimento e che non vi sia più nessun vincolo.
    Senz’altro è vero che nello switch tra le due fonti ho un “buco” di energia, ma potrebbe non essere importante per le mie utenze, e soprattutto è proprio questo fattore che assicura che le due fonti non possano entrare in comunicazione tra loro come richiesto dalla normativa, ruolo svolto dal gruppo ATS certificato, poi che tipo di generatore metto a monte non concerne più queste normative.
    Cordiali Saluti

    1. Si certo, rimane il fatto che il quadro di scambio deve essere certificato CEI 0:21 e quindi possedere una protezione di interfaccia SPI certificata allo scopo. Il problema non è solo la commutazione, ma anche e soprattutto il comportamento quando la rete manca a causa di un black-out.

      Ma la domanda che mi faccio è: che senso ha fare tutte queste elucubrazioni quando oggi esistono tranquillamente impianti fotovoltaici con accumuli e sistemi anti black-out perfettamente certificati e allacciabili alla rete senza problemi, che possono sostenere in isola carichi privilegiati o anche tutta la casa?

  3. Buongiorno,
    ricapitolando, posso fare un impianto FV con accumulo di 3/6KW
    a isola (senza alcun allaccio alla rete ENEL) anche se la linea ENEL mi arriva vicino casa.
    NON posso fare un impianto FV di 3/6KW ed allacciarmi alle rete elettrica. in nessun caso
    perché metto a rischio la salute di chi opera sulla rete,(perché posso immettere nella rete energia )
    POSSO o NON posso fare un impianto FV con accumulo di 3/6KW con impianto certificato stand-alone puro, che utilizza la rete come ingresso di back-up (quindi NON metto a rischio la salute degli operatori sulla linea ENEL
    Grazie

    1. No, non puoi. La CEI 0:21 stabilisce che in presenza di un punto di prelievo dalla rete, qualsiasi impianto fotovoltaico debba essere allacciato e quindi con inverter conforme alla CEI 0:21, indipendentemente dalla taglia e dalle caratteristiche.

  4. Mi regalano pannelli + inverter certificato CEI 0-21 con potenza picco dì 1250W, mai usati. Vorrei agganciare questo impianto in parallelo rete alla mia abitazione. Per quanto piccolo, considerato il mio profilo dì carico (parecchio F1), facendolo lavorare in modalità zero feed in, risparmierei 20% dì bolletta.

    Devo per forza installare il contatore dì produzione e seguire tutto l’iter autorizzativo e dì avviamento impianto?

    Ci sono una serie dì impianti non troppo vecchi che sono stati sul tetto pochi anni e ora vengono dismessi a causa del bonus 110%, oppure sono rimasti come fondi dì magazzino, ma sono perfettamente funzionanti e hanno una vita utile residua grande, nonché conformi alle normative. Se un collegamento con procedura “semplificata” fosse fattibile, questi impianti potrebbero contribuire a ridurre impatto ambientale e dipendenza energetica.

    Grazie!

  5. Buongiorno. Quindi detta alla buona. Se io costruisco il mio fotovoltaico senza immettere nella rete e senza accumulo posso usare la corrente del GSE insieme a quella prodotta dal mio Fotovoltaico e poi di sera utilizzare solo il.GSE?

    1. Buonasera, il GSE non vende energia ai privati, non è un trader di energia sul mercato libero, pertanto non comprendo il ragionamento.

  6. Prima di indignarvi perchè un UPS non è utilizzabile come un sistema di accumulo dovreste guardarvi le norme tecniche (Europee e tradotte in Italia dalla CEI 0-21). I motivi tecnici che impongono di trattare in modo diverso un accumulo da un UPS manco li racconto tanto dovrebbe essere evidente….per chi ci capisce qualcosa, per chi non ci capisce sono la stessa cosa….ma, appunto, a qualcuno che non capisce una beata fava di elettrotecnica la cosa sembra strana, sembra un sopruso.
    Le regole tecniche n0n sono cieche imposizioni di burocrati ma norme per la sicurezza delle persone. Un sistema di accumulo e un UPS sono due cose diverse e vanno gestite in modo diverso. Chi pensa che siano la stessa cosa è meglio che continui a vendere la ricotta al mercato e deve smetterla di giocare con la “Scintilla” perchè non è roba per lui.

  7. Mi viene solito di ridere quando i scrupolosi di far rispettare le leggi e i regolamenti vigenti sono cosi distratti da ‘dimenticare’ il vero senso della normativa. Vai in una ferramenta qualunque e comprati un gruppo di continuità. Mica diventi fuorilegge se lo usi per il proprio consumi domestico. Ma guai se i fili dello stesso vengono connessi alla rete pubblica. Allora li si che rischi il linciaggio giuridico.
    Quindi finché sei staccato fisicamente da enel, non sei fuorilegge, anche se fai come ti pare. Poi comprati un UPS. quello lo attacchi alla rete pubblica, H24. Tutto legale. Stacchi il contatore enel e lo puoi usare H24, in sostituzione alla rete pubblica. Sempre tutto legale, UPS o SDA o FV, perché in quel momento la rete pubblica è sezionata. Ma non lo puoi usare H24 come fonte di corrente con il contatore enel allacciato, perché c’è il rischio di immettere corrente nella rete pubblica, specie per gli UPS fai da te.
    Il senso della CEI 0-21 è solamente quello. Divieto di immissione in rete pubblica di corrente non gestita dai protocolli di riferimento. Si tratta di un divieto che tutela la salute e la salvaguardia del personale che lavora sulla rete pubblica. In caso di guasti sulla stessa, tutti i dispositivi certificati CEI 0-21 (unici autorizzati ad immettere energia in rete pubblica) interrompono l’immissione di corrente in rete (pubblica e utenze private), cosi che la riparazione di eventuali guasti sulla stessa pubblica non venga impedita dai dispositivi di immissione di corrente inappropriati e mal gestiti dalle singole utenze, creando situazioni di pericolo o disturbi da sfasamento.

    1. La CEI 0:21 è un momentino più complessa, e non si riduce al problema dell’immissione o meno. Spesso ci si limita al proprio orticello domestico, dimenticando che gli impianti fotovoltaici connessi alla rete (in crescita) sono diverse centinaia di migliaia in Italia…pensa se tutti facessero di testa propria…

  8. molti inverter ibridi hanno una uscita dedicata per il pilotaggio/attivazione generatori esterni,, semplicemente quella uscita verra’ usata per staccare con un rele da 30 A la linea di rete da sotto il contatore del fornitore di rete e riattaccarla quando le batterie sono scariche.. è previsto nella maggior parte degli inverter ups,, solo che l’installatore non lo collega così col relè,, ma semplicemente diretto..basta farlo collegare con relè separatore di rete ed è tutto ok.. ovviamente il tutto certificato dall’installatore.
    l’inverter è certificato dal produttore i pannelli anche le batterie anche e manca solo l’elettricista che collega il tutto come va fatto e lo certifica..

    1. Salve Livio, la gestione della fornitura di energia tra un impianto fotovoltaico e la rete elettrica è materia normata dalla CEI 0:21, che come ho detto infinite volte DEVE essere applicata tutte le volte in cui l’impianto fotovoltaico coesiste con contatore connesso alla rete pubblica.

      Gli impianti fotovoltaici sono pensati per funzionare in parallelo con la rete, non in serie o come “UPS”, cioè come gruppi di continuità; al massimo possono fornire la modalità “EPS”, cioè il supporto alla casa in mancanza di elettricità ma con un distacco di 1/2 secondi.

      Qualsiasi altro schema applicativo, pur non è espressamente vietato, dovrebbe sempre far riferimento ad un sistema di interfaccia con la rete certificato CEI 0:21, come un SPI dedicato (protezione di interfaccia). Sistemi “casalinghi” o fai da te non vanno bene, e l’installatore si limita a fornire solo la dichiarazione di conformità, che non è una certificazione.

      Buona giornata

  9. Io penso che in Italia la burocrazia uccide. Punto. Chi pensa o ha pensato di mettere un impianto fotovoltaico e “vendere” corrente al gestore è un illuso e gira i soldi.
    Ne avrà anche un beneficio ma molto piccolo, comunque ha la rogna di seguire annualmente gli obblighi di manutenzione, pena tutto quello che ne consegue con gli zelanti ispettori.
    Cio che vorrei fare, al limite se mi avanzano soldi e solo per divertirmi, è un impianto stand alone: alimentare il condizionatore o la pompa di calore completamente staccato dalla rete domestica, con batterie al piombo come accumulatori.

  10. Buongiorno, mi permetto di riaccendere questa vecchia conversazione.
    Cerco di essere sintetico: sarebbe possibile avere l’allacciamento all’ “enel” con un contratto da massima potenza impegnata 0,5 (mezzo) kW, e con tale potenza disponibile alimentare esclusivamente un caricabatteria che ricarica un pacco batteria opportunamente dimensionato e, collegati alle batterie, le seguenti apparecchiature:
    inverter non certificato e regolatore di carica solare (con alle spalle i pannelli fotovoltaici)?
    insomma la rete carica solo le batterie, i carichi di casa sono alimentati dall’inverter e le batterie sono caricate simultaneamente da rete e pannelli solari.
    Questa soluzione permetterebbe di avere un impianto “ad isola” completamente sconnesso dalla rete.
    Ringrazio per il magnifico post e saluto

    1. Buongiorno Carlo, la soluzione è interessante, ma vedo due problematiche, una di tipo tecnico l’altra di tipo normativo.

      Quella tecnica è che le batterie sarebbero gestite da due carica batterie contemporaneamente, non credo sia possibile; ci vorrebbe quindi un sistema di gestione che escluda il primo quando funziona il secondo, mi sembra complicato.

      Dal punto di vista normativo, poi, il problema è sempre lo stesso: in presenza di un punto di prelievo e di un impianto di produzione occorre fare riferimento comunque alla CEI 0:21, e quindi ai suoi schemi di connessione; a parte il fatto che non ce n’è uno specifico per questa impostazione, si torna al fatto che l’inverter deve essere certificato.

      A presto e buona giornata.

      1. Ho una calcolatrice di quelle con i pannelli solari, si ricarica tramite la luce o via alimentatore , risponde alle norme CE 0:21 ???

        La domanda sembra sciocca ma sostanzialmente e’ quello che ha prospettato Carlo e in cui non ci azzecca niente la CEI 0:21 , l’impianto di Carlo e’ un UTILIZZATORE come un frullatore o un trapano , che il trapano abbia le batterie ricaricabili o no e che io le ricarichi da altre fonti poco ci azzecca con la rete!!! Come ci azzecca poco quello che c’e’ dopo il caricabatterie di Carlo.

  11. In tutto il mondo la gente si mette off-grid ,solo in Italia trovano mille problemi, e non come dice lei “all’italiana” . Sempre pronti ad aggredire I poveri cittadini.

    1. Buongiorno Pietro, beh nessuno in realtà ti impedisce di staccarti dalla rete, se vuoi, ma lo devi fare del tutto, non “a metà” come i soliti furbetti.

      Nell’articolo si contesta chi vende impianti cosiddetti “off-grid” ma che tali non sono; se hai un sistema di accumulo con un impianto fotovoltaico, e vuoi anche avere la connessione alla rete, allora devi rispettare le regole che la rete impone. Non mi sembra così scandaloso, in effetti…

      1. A me sembra scandaloso invece che un impianto COMPLETAMENTE isolato dalla rete debba sottostare alla dittatura del fornitore!! Come dire se ho un camper in cui ho il 220v quella tensione non la posso usare se è parcheggiato nel mio garage. RI-DI-CO-LO

        1. Buonasera, ma infatti se l’impianto è completamente isolato dalla rete (cioè non condivide nessun punto di connessione con la parte di impianto alimentata dal contatore) non è un problema, puoi fare quello che ti pare. Dove hai letto che non è così?

  12. Salve. Scrivo questo vedendo la tematica del articolo e delle discussioni. per esporre che per quello mi sono informato che ci sarebbe una terza opzione tra la la scelta di sistema off grid sconnesso anche con la casa dalla rete, ed l’on-grid a i sola con l’abitazione connessa alla rete ed anche l’impianto fotovoltaico e accumulo (anche se non imette nulla).
    Sarebbe il sistema di accumulo Alfavolt ASD Guerilla che permeerebbe di non immettere in nessun caso l’energia del accumulo alla rete. permettendo quindi di evitare di connettere l’ impianto Fotovoltaico alla rete pur rimanendo con l’edificio/abitazione allacciata

    1. Salvatore, in realtà non è importante il modo con cui funziona un sistema di accumulo, e soprattutto non è rilevante se immette in rete o meno. L’importante è che sia certificato CEI 0:21, a prescindere da tutto.

      L’unico caso in cui può non avere la certificazione è quando serve un impianto ad isola vero, cioè del tutto scollegato dalla rete pubblica.

      1. il sistema avrebbe infatti tale funzione di rendere l’impianto come scollegato anche con l’utenza non dovendo rispondere al CEI 0:21 perche non commuta mai nessun caso con la rete. ma si può solo prelevare, riporto ciò che ho trovato sul web dalle parole del produttore

        “Il nostro sistema “Guerilla” fa sì che l’impianto fotovoltaico non immette mai nella rete pubblica. Il gestore dell’impianto per questo motivo non è ritenuto un produttore di energia elettrica, e non è obbligato a informare il distributore di energia elettrica” dichiara Wolfram Walter, l’amministratore delegato della ASD, inventore e sviluppatore del nuovo sistema di accumulo. “Fino ad oggi, sul mercato c’erano solo sistemi che immettono la corrente in più nella rete pubblica, oppure sistemi a isola, che sono completamente isolate dalla rete. Nel nostro caso però, quando non c’è abbastanza energia né dal solare né dalla batteria, il sistema commuta sulla rete pubblica, e l’abitazione viene alimentata dalla rete.”

        1. Ecco infatti, è quello che pensavo.

          In pratica funziona esattamente come il sistema dell’articolo, che però non è in regola per i motivi che ho già spiegato: non conta se l’impianto immette in rete o meno o se il funzionamento del sistema di accumulo è alternativo o parallelo; l’unica cosa che conta è se l’impianto fotovoltaico + accumulo condivide un punto di prelievo con la rete elettrica.

          E’ la condivisione fisica dello stesso punto di prelievo la discriminante; se è così, allora il sistema fotovoltaico con l’accumulo DEVE rispondere alla certificazione CEI 0:21, punto.

          Poi uno potrebbe anche decidere di non allacciarlo alla rete, oppure di allacciarlo ma di non sottoscrivere il contratto di scambio sul posto, dato che l’immissione in rete è nulla…ma questo fatto non lo esime dall’installare un sistema certificato.

          E tutto questo non è una novità, è così certamente fin dal 2014, ma forse, avendo tempo di leggere bene le vecchie versioni della norma, anche da prima. Poi che qualche produttore voglia interpretare a modo suo la norma e commercialmente abbia (o stia tutt’ora) proponendo questi sistemi, beh, siamo nel paese dei furbi, quindi non mi stupisce più che tanto.

          Oggi ci sono sistemi che fanno la stessa cosa, non immettono in rete, gestiscono il black-out, ma sono anche certificati. Quindi perché rischiare inutilmente?

          1. partendo d quanto ha scritto:
            Poi uno potrebbe anche decidere di non allacciarlo alla rete, oppure di allacciarlo ma di non sottoscrivere il contratto di scambio sul posto, dato che l’immissione in rete è nulla…ma questo fatto non lo esime dall’installare un sistema certificato.
            Se però il sitema è certificato CEI o:21 SI puo non allacciarlo alla rete lasciando l’abitazione però conessa?

            1. L’importante è che sia certificato, perché nel caso in cui il distributore competente (la vecchia enel per intenderci) se ne accorgesse e poi ti chiedesse di connetterlo, almeno saresti a posto.

              Il problema però è che la normativa cambia ogni 3/4 anni…quindi un sistema certificato adesso potrebbe non esserlo un domani. Questo è il motivo per cui io consiglio sempre la connessione, anche se teoricamente (e praticamente) potresti farne a meno.

              1. potrebbe indicarmi quali sono le aziende che producono sistemi di accumulo che non immettono in rete e sono certificati CEI-o21?

                1. Senza la pretesa di avere una casistica completa, sicuramente Solaredge, Huawei, ZCS, Solax, Alpha-ESS, giusto per citarne qualcuno.

                  In generale tutti gli inverter ibridi (quelli che gestiscono l’accumulo lato DC) ormai hanno questa possibilità, perché possono modulare direttamente la produzione in base alla richiesta effettiva di corrente…cosa che invece non è possibile per i sistemi lato AC, a meno che non riescano ad interfacciarsi con l’inverter fotovoltaico in modo “profondo”.

          2. sig. loris l’unico problema è il fatto che se l’enel stacca la corrente per eseguire dei lavori in linea si troverebbe la tensione da lei prodotta in rete e questo crea dei problemi ovvi di sicurezza agli operatori.. quindi quando lei fa un impianto ad isola se lo fa con rele separatore di rete pilotato.. chi avra’ montato l’impianto con separatore di rete dichiara che l’impianto è a norme e certificato. quindi il problema non c’è-

  13. Che normativa si deve applicare per un SDA che fa peak-shaving?
    Ovvero alimenta carichi temporanei (anche CC) che la rete non è in grado di alimentare perchè vecchia/obsoleta/sottodimensionata?

    1. La stessa che si deve applicare quando vuoi installare un impianto di generazione (un SDA di fatto è considerato tale) in presenza della rete elettrica, cioè sempre la CEI 0:21. E’ abbastanza indifferente che cosa ne fai del tuo SDA, l’importante e che tu lo faccia entro i limiti applicativi di quella norma.

      1. Mi risulta sia impossibile, perchè M2 deve essere uguale a M1, quindi sei sempre limitato dalla potenza contrattuale.
        Nella compilazione della richiesta di connessione devi indicare la potenza dell’SDA che se supera quella ammessa per la rete (obsoleta) a cui sono connesso, non accettano la nuova connessione.
        Inolotre l’inverter deve solo alimentare il carico e non la rete, altrimenti non si chiama peak-shaving.
        OK per usare inverter CEI021 ma se la procedura non lo permette non si può fare con la procedura CEI021.
        Ricordo che ormai dagli anni 70, molte aziende usano dei generatori statici per carichi temporanei che la rete non poteva sopportare.
        Quindi come si fà?

        1. Sono 12 anni che collego impianti fotovoltaici con M2 maggiore di M1, come ripeto il tipico caso dell’impianto da 4,5 o 6 kWp con contatore da 3, quindi no, non sei limitato dalla potenza contrattuale.

          Altro discorso se la rete non sostiene il tuo impianto: la richiesta di connessione si fa proprio per questo. In ogni caso il distributore di competenza è obbligato ad adeguare la rete a fronte di una richiesta di connessione, e sono abbastanza certo che lo debba fare senza chiederti costi in più rispetto a quelli standard tabellati e validi per tutti.

          CEI 0:21 non è una procedura, è una norma che si applica nel caso in cui uno voglia installare un impianto di generazione autonomo (non necessariamente fotovoltaico) con la contestuale presenza della rete. No rete, no CEI 0:21.

          Il punto è che se tu hai bisogno di un impianto che sostenga dei carichi temporanei puoi cercare di farlo nel modo che ti sembra più opportuno…l’importante è che l’inverter che userai sia certificato, poi puoi fare quello che ti pare.

  14. Salve,

    leggendo l’articolo sembra che io sia obbligato sempre e comunque ad allacciarmi alla rete elettrica.
    Quindi se io volgio crearmi il mio impianto di generazioni elettrica per fatti miei senza dare conto a nessuno, non lo possi fare?
    Mi sembra una assurdità e una limitazione pesante della liberta personale.
    Se è così c’è un buco pesante nella legge, ormai la tecnologia può permettere benissimo la produzione personale di energia senza più necessità di distribuzione. Anzi ormai il futuro è questo!

    Saluti

    1. Certo che puoi, Daniele. L’importante è che tu non sia anche allacciato alla rete pubblica.

      È la contemporaneità delle due cose che non è ammessa.

      Ovviamente se vuoi essere indipendente devi considerare che d’inverno la produzione da fonte solare è quella che che è, per cui devi fare bene i tuoi calcoli.

      Ecco perché l’indipendenza energetica vera (non quella matematica) almeno al centro/nord Italia è uno slogan pubblicitario di qualche “consulente” e niente più…a meno, naturalmente che non ti compri un bel generatore a diesel 👌

  15. Salve, anch’io ho un impianto fotovoltaico , stò pensando di istallare una sorta di gruppo di continuità , non solo per un fatto di emergenza , come ad esempio far andare la pompa di scambio di una termocucina in caso di assenza di elettricità durante l’inverno , ma anche per per un’altro tipo di emergenza, come è già successo nella mia zona qualche anno fa, causa evento estremo , climatico, in cui l’enel in difficoltà mi ha ridato l’elettricità dopo circa una settimana… in questo caso , vorrei progettare un’opzione in cui , in casi del genere , posso usufruire dell’elettricità prodotta dal mio impianto , attraverso un’accumulo di energia ..

    1. E’ certamente fattibile, tuttavia un sistema di accumulo di questo tipo deve tenere essere progettato ad hoc e tagliato su misura, i sistemi commerciali che si trovano sul mercato in genere lavorano in logica “carico di giorno e scarico di notte” con ciclicità giornaliera, ma sempre considerando la rete a disposizione.

      Pertanto è indispensabile una progettazione accurata che tenga conto dei carichi privilegiati che vuoi alimentare e per quanto tempo, anche in funzione del tuo attuale impianto fotovoltaico, e quindi competenze decisamente più specialistiche.

      Se ritieni puoi contattarmi in privato.

  16. Buongiorno, ho letto parzialmente il suo articolo, e forse sto dicendo una stupidaggine ma mi servirebbe di sapere se questa soluzione sia fattibile e legale( sto pensando di installare un impianto fotovoltaico:

    -impianto fotovoltaico con inverter con accumulo con scambio sul posto e con funzione ups nel caso venga a mancare la corrente( sto in una zona che purtroppo questo succede soprattutto con il brutto tempo)

    e se non fosse possibile quale soluzione sarebbe legale e fattibile per ovviare al problema della mancanza di energia
    grazie

    1. Buongiorno Stefano, certo che è possibile! Basta acquistare un impianto con un sistema di accumulo certificato CEI 0-21:2016 (quindi allacciabile alla rete elettrica) che abbia al suo interno anche la funzione UPS, in grado di mantenere attivi i carichi e le utenze in caso di black-out.

      Come spiegavo bene all’interno dell’articolo, l’essenziale è che il sistema sia certificato CEI 0:21.

      Se vivi in Veneto e ti interessa un sistema di questo tipo, contattami pure qui –> https://www.efficienzaerinnovabili.it/contatti/ inserendo i tuoi dati nel modulo.

  17. Ho letto sia l’articolo che i commenti con molta attenzione. E mi sono m0lto chiarito le idee in merito.
    Avrei però ancora una domanda.
    Sto valutando se realizzare un sistema a pompa di calore collegato al riscaldamento di casa tramite fan coil in affiancamento a una caldaia a condensazione esistente.
    Sto pensando di alimentare la pompa di calore esclusivamente con un sistema ad isola.
    La pompa di calore cioè non sarebbe mai collegata o scollegata dalla rete elettrica e l’impianto ad isola non sarebbe mai scollegato dalla pompa di calore.
    Sarebbero un sistema indipendente ed autonomo all’interno della casa.
    Tramite un piccolo accumulo ellettrico con alcune batterie potrei avere il tempo di spegnere correttamente la pompa di calore in presenza di un calo di produzione elettrica dei pannelli passando alla caldaia a condensazione.
    Il tutto con i dovuti tempi e ritardi gestiti ovviamente in modo automatico.

    Non essendoci nessuna connessione o disconnessione volontaria dalla rete e nessuna variazione del carico un sistema così congegnato sarebbe rispondente alle normative?

    Grazie delle informazioni.

    1. Se la parte di impianto asservita dal fotovoltaico ad isola – che sia una pompa di calore o qualcos’altro – è staccata completamente dalla rete elettrica, e non è alimentata da questa in nessun momento e in nessun caso, secondo me è fattibile.

      Ma non ci devono essere promiscuità di nessun tipo.

      Loris

      1. Salve,
        mi allaccio a questa post per porre una domanda:
        quindi se faccio una linea dedicata dai pannelli solari all’ups e a questo ci collego un deumidificatore portatile non dovrei avere problemi? (ho installato un sistema anti umidità da risalita ed ho bisogno di un deumidificatore per 3 – 4 mesi sempre acceso per togliere tutta l’umidità in eccesso)

        1. No, nessun problema. L’importante è che la linea o per meglio dire i carichi che sono alimentati dal sistema fotovoltaico ups sia realmente off-grid, cioè sia una parte di impianto completamente staccata dal contatore di prelievo e quindi indipendente.

          E’ chiaro però che in questo caso il tuo deumidificatore dipenderà esclusivamente dal sistema fotovoltaico, e quindi lo dovrai dimensionare per la situazione peggiore (inverno con alcuni giorni di maltempo continuativi).

    1. Ciao Giovanni, puoi essere più preciso? Se per UPS intendi un normalissimo gruppo di continuità direi proprio di no…

    1. Un sistema del genere non è off-grid, proprio perché c’è l’enel. Non ho compreso comunque il senso della domanda…dove sta il vantaggio se le batterie le carica l’Enel?

  18. Ho letto tutta la discussione accuratamente, ma …., tutte le persone che attualmente hanno un’impianto fotovoltaico e anche uno o più sistemi ups, tipo quelli che utilizziamo per il PC, o parlando di aziende, hanno una rete sempre attiva sotto gruppo di continuità, SONO FUORILEGGE?

    1. Certo che no. Un conto è avere un sistema UPS vero che ha lo scopo di proteggere e mantenere in esercizio i carichi SOLO quando c’è un’interruzione della fornitura di energia (gruppo di continuità), un altro è quello di avere un sistema che immagazzina l’eccesso di energia fotovoltaica e la rende disponibile alle utenze, caricando e scaricando sistematicamente le batterie ogni giorno pur lavorando in parallelo con la rete, limitandone drasticamente il prelievo.

      1. La maggior parte delle persone che richiedono un preventivo per un sistema di accumulo, danno per scontato che tale sistema mantenga alimentato l’edificio “SOPRATTUTTO QUANDO C’E’ UNA MANCANZA RETE”, per farci capire, quando l’ENEL toglie corrente.
        Mentre, la maggior parte dei venditori, volontariamente o no, propongono prodotti che si “seguono le direttive CEI 021, ma non rispecchiano le aspettative del cliente e neanche lo dicono, visto che, in caso di mancanza rete, non erogano energia.

        1. Su cosa i venditori dicono alle persone pur di piazzare i loro sistemi mi sono già espresso più volte, quindi evito altrimenti rischio di diventare più antipatico di quello che già sono.

          Occorre però fare una precisazione: il fatto che i sistemi di accumulo siano CEI 0-21 non implica che non possano sostenere i carichi in caso di black-out. Oggi sul mercato esistono sistemi di accumulo perfettamente a norma in grado di mantenere in piedi l’abitazione (entro i limiti imposti dal sistema, ovviamente) in caso di interruzione della rete, basta scegliere quelli giusti.

          Come dicevo è solo il contrario che non vale: un’apparecchiatura UPS non può funzionare come un sistema di accumulo (SdA).

  19. Per rispondere a Diego e a chiunque ne avesse la necessità, la norma CEI 0-21 afferma (par. 3.23) che il funzionamento in isola sulla rete Utente è sempre ammesso, pertanto è possibile installare un UPS certificato (l’alimentazione primaria può avvenire anche da fonti alternative alla rete di distribuzione come da norma EN 62040) e/o un impianto fotovoltaico isolato dalla rete anche in compresenza di una fornitura di rete purché opportunamente sezionato.

    Sulla definizione di UPS data dalla norma specifica non si discute (sebbene la si voglia travisare per convenienza) ed è ben più complessa da ciò che si intende comunemente per “gruppo di continuità”, come quello dei PC per intenderci.

    Inoltre bisogna ben distinguere il concetto di “bisogno” (energia) da quello di “servizio” (rete di distribuzione), il primo è una necessità alla quale (oggi) si può provvedere autonomamente, mentre il secondo è dato da una prestazione a pagamento di qualcosa che non si ha possibilità di procurarsi autonomamente.
    Il primo è un diritto, il secondo un’opzione.

    1. Il par. 3.23 della CEI 0-21 parla di “RETI dell’utente”, non di “impianti di utenza”, definizione che invece si trova più avanti in varie forme (3.30 -> 3.35) dettaglianti anche il concetto di “connessione”.

      La norma precisa anche il concetto di “rete in isola”, nella successiva (3.59), giusto per non farci mancare nulla, e poi ci chiediamo perché in Italia le leggi sono così complicate.

      Detto questo, riporto integralmente il discusso articolo 3.61bis (sistemi di accumulo) a pubblico beneficio con evidenziate le parti più importanti:

      “3.61 bis
      sistema di accumulo
      Insieme di dispositivi, apparecchiature e logiche di gestione e controllo, funzionale ad assorbire e rilasciare energia elettrica, previsto per funzionare in maniera continuativa in parallelo con la rete di distribuzione o in grado di comportare un’alterazione dei profili di scambio con la rete stessa (immissione e/o prelievo), anche se determinata da disconnessioni/riconnessioni volontarie di parte o tutto l’impianto. Sulla base di quanto sopra detto, qualsiasi sistema di accumulo, anche se connesso sul lato dc di un impianto di produzione, è da ritenersi sempre un generatore.
      Non rientrano tra i sistemi di accumulo i soli sistemi che svolgono esclusivamente la funzione di:
      – assicurare la continuità dell’alimentazione,
      – migliorare la qualità della tensione (buchi di tensione, flicker, armoniche,dissimmetria, variazioni rapide)

      quali gli UPS

      Ora io ti capisco.

      Sinceramente, Sara, ti capisco.

      Viviamo in un mondo popolato da brutte persone, da interessi collaterali, e da lobby di potere, lo so…

      Però con tutta la buona volontà di cui posso disporre, se:

      1) a fronte di una norma che DICE CHIARAMENTE che cosa è e che cosa si intende per sistema di accumulo;
      2) a fronte di una norma che relega gli UPS a fare semplicemente quello per cui sono stati progettati e nulla più;
      3) a fronte di un distributore di rete che NON VUOLE allacciare macchine non certificate CEI 0-21;
      4) a fronte di un iter procedurale molto rigido che di fatto NON PERMETTE di uscire dai quattro schemi previsti dalla norma (e chi installa impianti fotovoltaici sa esattamente di cosa sto parlando)

      continuiamo a discutere del sesso degli angeli, vuol dire solo una cosa: che abbiamo tempo da perdere.

      Io credo che chi legge questo blog debba sapere prima di tutto a cosa va incontro nell’affrontare certi investimenti alla leggera, prima ancora di discutere se la norma è fatta bene oppure no.

      In questa sede quello che conta per la signora Maria è sapere se una certa cosa si può fare oppure no, punto, fine. E in questo caso c’è UN INTERA COSTRUZIONE NORMATIVA CHE LO DICE CHIARAMENTE che cosa si può fare. Lo dice la mente (la CEI); lo fa il braccio (i distributori).

      Nel momento in cui chi comanda e decide stabilirà che anche i sistemi UPS potranno essere installati senza alcun problema e tutta la filiera della connessione si adeguerà, a quel punto squillino le trombe, signori…grande festa per tutti e fuochi d’artificio.

      Ma fino a quel momento discutere sulle pieghe delle parole e delle frasi e incaponirsi su aspetti di pura teoria è e rimane esclusivamente un esercizio di stile.

      Loris

      1. Ultima osservazione (non perché abbia tempo da perdere, ma perché mi sembra si sorvoli su aspetti fondamentali) dopodiché taccio per sempre 😉 e ringrazio chi ha avuto la pazienza di darmi corda
        1) Le norme CEI-021 si occupano di connessione in parallelo alla rete, quindi gli impianti a isola (non mi riferisco agli UPS) che per definizione non funzionano in parallelo alla rete non dovrebbero nemmeno essere tirati in causa.
        Tant’è che sul mercato non risultano produttori che abbiano a catalogo un inverter a isola CEI-021.
        2) L’alterazione dei profili di scambio è un concetto fuori luogo nel caso specifico, perché parlando di impianti a isola non c’è scambio, quindi non c’è profilo di scambio. “Scambio” e “consumo” non sono la stessa cosa, e questo non è sesso degli angeli, è il nocciolo del discorso che determina se sono o non sono fuorilegge.
        In merito alla frase della norma “…(immissione e/o prelievo), anche se determinata da disconnessioni/riconnessioni volontarie” è da osservare che un impianto a isola non immette in rete e non preleva dalla rete, semplicemente alimenta o non alimenta delle utenze: dal punto di vista della rete è come se le spegnessimo o accendessimo, e la libertà di consumo non è stata (per ora) negata.
        In ultima analisi: la normativa è chiarissima, ma i sistemi a isola (oggetto del discorso) non possono rientrare in questa normativa. Questo è il mio pensiero, e auguro buon lavoro a tutti

        1. Ma infatti, hai perfettamente ragione, i sistemi ad isola VERI non rientrano in questa normativa, su questo non ci piove, chi ha mai detto il contrario?

          Il problema nasce quando vogliamo avere un sistema ad isola e ANCHE la connessione alla rete.

          – Sistema ad isola VERO (la rete elettrica nazionale non esiste) = OK, fai quello che ti pare
          – Fotovoltaico con accumulo CEI 0-21 con allaccio alla rete elettrica = OK
          – Fotovoltaico con accumulo tipo UPS o similari (sennò qualcuno pensa che sia prevenuto, sia mai) non CEI 0-21 MA CON allaccio alla rete elettrica = NO

          Buon lavoro anche a te.

          Loris

          1. cioè se io invece di consumare 5000 kw all anno ne voglio consumare 50 chi me lo impedisce? voglio vedere l enel con quale legge viene a casa mia e mi impedisce di staccare il contatore per 364 giorni all anno e tenerlo attaccato uno soltanto. se io voglio vivere a lume di candela non penso me lo possa impedire cosi come non mi puo impedire di comprare un generatore a gasolio per caricare una batteria. saranno bene affari miei quanta corrente voglio consumare.

            1. Certo che sono affari tuoi quanta corrente vuoi consumare, ma se la vuoi comprare dalla rete elettrica devi sottostare alle SUE regole, non alle tue. Altrimenti ti stacchi del tutto, chiudi il contatore e fai un pò come ti pare.

              1. Mah io sono andato a leggere il contratto del mio fornitore e.non c è assolutamente scritto che devo consumare un minimo di corrente quindi sinceramente non capisco dove sta il problema. Se invece del.metano uso il pellet per scaldarmi e consumo un mc di metano all anno allora è la stessa questione o no ?

                1. Ho forse scritto da qualche parte che devi consumare un minimo di corrente? Il post fa riferimento ad un sistema fotovoltaico con accumulo che non dispone delle certificazioni necessarie come prescrive la norma, ed Enel minaccia (giustamente) per questo motivo di sospendere la fornitura.

    2. Ho trovato la discussione molto interessante e ho cercato di addentrarmi nella norma. Per quanto io possa condividere la visione di Diego ho trovato evidenziato nel campo di applicazione (Cap 2) il riferimento agli utenti della rete. Viene fornita la definizione di utente della rete comprendendo anche i soggetti titolari di impianti di produzione funzionanti in isola sulla rete del produttore. È evidente a mio riguardo la volontà di normare anche alcuni aspetti della rete privata non connessa alla rete di distribuzione pubblica.

      Valerio

  20. Grazie per la esauriente spiegazione!
    Pongo una domanda, riferita all’ultima frase del post: “Acquista pure un accumulo in isola OFF-GRID, ma ricorda che deve essere certificato CEI 0-21 e che lo dovrai comunque allacciare alla rete”
    Possono gli inverter off-grid (qundi che non lavorano in parallelo alla rete) essere conformi alle CEI-021?
    In caso affermativo, quali modelli sono presenti sul mercato?
    Grazie ancora

    1. Salve Diego, grazie a te!

      Difficile che un inverter off-grid possa essere conforme alla CEI 0-21…diciamo che più che il singolo inverter deve essere certificato il sistema nel quale l’inverter è inserito, e nel quale lavora. Per sistema si intende un insieme di componenti gestiti da una logica ben definita, complessivamente certificato da un ente terzo in base alle regole della CEI 0-21.

      Loris

      1. Ok, perfetto. Considerando che usi normalmente sistemi OFF-GRID certificati CEI 0-21, puoi indicarmi un esempio concreto? Grazie

        1. Guarda, noi lavoriamo con PV Storage System di AB-company, che puoi trovare qui –> http://www.ab-company.it.

          E’ un sistema professionale di fascia alta estremamente solido, testato e affidabile. Zero fumo (commerciale), 100% arrosto (tecnico).

          Non è per coloro che cercano il brand figo… è pensato per quelli che cercano sostanza, durata nel tempo e risultati certi.

          Nel sito puoi trovare i contatti, oppure se preferisci ti scrivo io in privato.

          1. Mi sembrano soluzioni di altissima qualità, ma nel sito non ho trovato riferimenti alla conformità CEI-021 per l’off-grid. Se puoi darmi maggiori dettagli, anche in privato se preferisci, ti ringrazio

      2. Ciao Loris, mi sono state poste le seguenti domande che mi sono sembratate lecite, e chiedo se puoi aiutarmi a capire:
        – “Io non ho nessun impianto fotovoltaico: posso aprire e chiudere l’interruttore principale di casa quando voglio?”
        Immagino di sì
        – “E mentre la casa è staccata dall’Enel, posso alimentarla con un altro sistema?”
        Immagino di sì
        – “Anche con pannelli e batterie?”
        Continuo a immaginare di sì, sarebbe un impianto a isola
        – “Allora, se alimento la casa solo quando è staccata dall’Enel, come mai devo avere componenti certificati CEI-021?”
        Ho parlato di “profilo di scambio”, ma mi è stato detto “Quale profilo di scambio? Io non scambio niente! Diminuisco il consumo, come se sostituissi lo scaldabagno
        elettrico con uno a gas, non penso sia proibito”
        In effetti, vista così, l’impianto a isola ‘non CEI-021’ non sembra poi così fuorilegge…
        Qual è il punto?
        P.S in PVT non ho trovato comunicazioni

        1. Ciao Diego, se la tua casa è completamente staccata da enel o chi per esso puoi fare quello che ti pare, e puoi installare quello che ti pare, come succede negli impianti ad isola “veri”.

          Ma deve essere COMPLETAMENTE staccata da Enel, non solo quando ci fa comodo.

          Infatti il concetto in base al quale “…diminuisco il consumo, come se sostituissi lo scaldabagno elettrico con uno a gas, non penso sia proibito..” è sbagliato. Possiamo non essere d’accordo, possiamo interpretare questa cosa come vogliamo o come ripeto ci fa comodo, possiamo gridare al complotto, possiamo lamentarci che siamo sempre vessati da chi ci governa e così via, ma di fatto la CEI è stata chiara: un sistema di accumulo modifica il profilo di scambio, di giorno e anche di notte, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, visto che i sistemi di accumulo si comprano ESATTAMENTE per questo!!!

          Credo che sia inutile discutere sull’etimologia della parola “scambio” piuttosto della parola “consumo”: esiste un indirizzo molto chiaro sulla questione, e ho scritto il mio articolo proprio per ribadirlo e mettere in guardia le persone; ogni sistema di accumulo che “lavora” h24 e che serve un fabbricato allacciato alla rete elettrica nazionale deve essere CEI 0-21, e deve essere pronto (nel futuro) a dialogare con la rete anche se non butta fuori nulla. Non lo dico io, lo dice il legislatore; poi è chiaro che ciascuno è libero di vendere quello che vuole e di comprare quello che vuole, purché (dico io) le cose vengano fatte con consapevolezza.

          Loris

          1. Alla fin della fiera Io la vedo così: non c’è consequenzialità tra la definizione CEI di sistema di accumulo come sistema “previsto per funzionare in maniera continuativa in parallelo con la rete con obbligo di connessione di terzi
            o in grado di comportare un’alterazione dei profili di scambio con la rete elettrica” e il fatto che un sistema di accumulo “debba” essere così.
            Semplicemente la CEI-021 si occupa dei sistemi di accumulo che operano in parallelo alla rete come sopra definiti, e che quindi devono certamente tutti rispettare le norme CEI-021, mentre non si occupa dei sistemi che funzionano indipendentemente dalla rete, che per loro natura non possono essere conformi a tali norme.
            Dopodiché l’operazione di apertura/chiusura di un contatto che preleva o non preleva corrente dalla rete è già normato, e il fatto che io prelevi dalla rete quando mi pare (per il momento) non è sottoposto a norme.
            Ma è solo il mio parere. O forse una speranza…

            1. Diciamo che è un tuo parere, come capita tutte le volte (e lo dico bonariamente) quando vogliamo aggirare a tutti i costi una norma che magari non ci piace.

              Un sistema che opera indipendentemente dalla rete non ha bisogno della rete, per definizione; quindi il problema si pone quando prendo un sistema “che opera indipendentemente dalla rete” e lo voglio “collegare alla rete”.
              O è collegato oppure non lo è, non deve esserci la via di mezzo. E se è collegato, deve rispettare le norme che riguardano questo collegamento.

              Esattamente come un sistema UPS concepito per partire solo quando la rete non c’è. O è un sistema di emergenza, oppure non lo è, tertium non datur.

              I problemi nascono quando si decide che un sistema UPS NON deve funzionare solo in condizioni di emergenza, o quando un sistema concepito per funzionare in modo ESCLUSIVO rispetto alla rete lavora in parallelo, cioè ogni qual volta si decide che una cosa deve funzionare in un certo modo solo perché è tecnicamente possibile, anche se le norme dicono altro.

              Ciò che dici Diego può avere anche un senso, non dico di no, ma finché non lo dice CHIARAMENTE anche il normatore, rimane solo un esercizio di logica.

              1. Hai perfettamente ragione, infatti concludevo che “è solo una speranza”, intendendo che in tutte le norme dovrebbe esserci del buonsenso, ma talvolta appare assente. Peraltro è doveroso precisare che il sistema a isola “che opera indipendentemente dalla rete” può non essere mai “connesso alla rete” se l’operazione di commutazione delle utenze viene svolta non dall’inverter, ma da un commutatore esterno (conforme alle norme EN). In tale configurazione non vi è mai connessione fisica tra sistema a isola e rete pubblica. Non so se il Sig. CEI ha considerato quest’aspetto.

                1. La EN 62040 dice chiaramente che un UPS può essere alimentato da qualsiasi fonte di energia (non obbligatoriamente dalla rete di distribuzione) e che interviene per mantenere la continuità dell’alimentazione del carico migliorandone la tensione (non che interviene per mantenere la continuità della fornitura di rete); la differenza “prospettica” mi pare evidente.

                  Tutti i sistemi che non agiscono in questo modo non possono rispondere alla EN 62040 (non possono quindi essere neanche certificati secondo la EN 62040) e di conseguenza, non potendo essere UPS, sono necessariamente SdA pertanto devono necessariamente rispondere alla CEI 0-21 (certificazione del sistema compresa) per la connessione di tali sistemi alla rete di distribuzione.

                  Questo è riportato chiaramente anche nella norma CEI 0-21 così come modificata a luglio 2016.

                  Ps. Se l’azienda produttrice di un sistema vuole dirsi seria, è anche capace di dare tali garanzie (e le corrette informazioni) ai propri clienti; se non lo è riesce solo a sparare inelegantemente a raffica sulla concorrenza e a “copiare male dal primo della classe” senza dare alcuna prova di affidabilità o esperienza, oltretutto rimettendoci d’immagine.

                  Purtroppo questo mondo è fatto anche di subdoli arrivisti senza scrupoli, perciò anche io credo che sia arrivato il momento che le tutte le persone che intendono fare un investimento del genere debbano imparare ad informarsi correttamente (sentendo il suono di più campane) prima di fidarsi ciecamente di un consiglio per gli acquisti.

                  Allo stesso tempo penso che fare di tutta l’erba un fascio in questo modo, senza riportare gli esatti riferimenti normativi, come un corretto approccio tecnico imporrebbe, sia eticamente sbagliato e fuorviante… a meno che non ci sia uno specifico interesse a farlo, allora si spiegherebbero molte cose.

                  1. Salve Sara, se il concetto di “fare di tutta un’erba un fascio” si riferisce al contenuto dell’articolo che stai commentando devo precisare, anche se mi sembrava piuttosto evidente, che il senso del post era semplicemente ribadire quello che dici anche tu con pregevole sintesi…SdA e UPS sono cose diverse che fanno sport diversi, anche se i soliti furbetti del quartierino continuano a fare danni a destra e a manca.

                    Preferisco lasciare sempre ai commenti dei super-esperti come te la successiva eventuale puntualizzazione tecnica; da un lato perché io non sono un tuttologo, dall’altro perché a dispetto di ciò che tu credi i tecnicismi potrebbero interessare le persone fino ad un certo punto, soprattutto quando, come in questo caso, il nocciolo della questione è di fatto un altro.

                    Loris

                  2. Ti ringrazio per la precisazione, ma forse non mi ero spiegato correttamente. Non intendevo riprendere l’annosa distinzione fra UPS/nonUPS, ma solo evidenziare che un impianto fotovoltaico “a isola” completamente scollegato dalla rete è ovviamente escluso dalle norme CEI-021. Con quest’impianto “a isola” credo di essere libero di alimentare tenze domestiche semplicemente staccando la spina dalla rete e infilandola in quella dell’inverter off-grid collegato a batterie e pannelli, tutti sconnessi dalla rete. Ora, quando le batterie sono scariche, credo sia mio diritto ricollegare le utenze alla spina di casa (lasciando l’impianto a isola totalmente sconnesso dalla rete).
                    C’è qualche componente che deve essere CEI-021 in questa operazione? Non credo.
                    Ora, se anziché staccare e riattaccare le spine a mano, affido questa operazione a un deviatore, c’è qualche implicazione CEI-021? Grazie per la consulenza

                    1. Dal mio punto di vista la questione è più “estrema”, perché il problema è sempre il punto di partenza.

                      Per come la vedo io se la tua casa è collegata alla rete in prelievo, ogni sistema che lavori in isola come quello che hai descritto tu non va bene per principio. Sei collegato alla rete elettrica? Il fotovoltaico con l’accumulo lo allacci alla rete e deve essere CEI 0-21 a prescindere da come lo usi, se sposti la tua spina da una parte all’altra. Non importa che alimenti utenze privilegiate in isola oppure no (esercizio comunque previsto dagli schemi)…deve funzionare come spiegato nella norma, e deve essere certificato per farlo così come dicono loro.

                      Se vuoi invece un sistema in isola “puro” non chiedi nemmeno la fornitura della rete, per le emergenze ti attrezzi con altri generatori, come sintetizza bene anche Sara nel suo precedente intervento.

                      Vuoi metterci un “deviatore” esterno e/o una protezione di interfaccia? Dal mio punto di vista TUTTO il sistema deve essere certificato CEI 0-21, altrimenti se fosse solo una questione di interfaccia nessuno si preoccuperebbe di certificare nemmeno gli inverter, non trovi? Basterebbe usare un’interfaccia certificata…

                    2. Grazie per la risposta. L’unico spunto di riflessione è “Sei collegato alla rete elettrica? Il fotovoltaico con l’accumulo lo allacci alla rete”. Perché?
                      “Se” allaccio il fotovoltaico alla rete, allora ok CEI-021, è tutto chiaro: ma dov’è scritto che “devo” allacciarlo alla rete? Nel momento in cui prendo un pannello, una batteria, un regolatore di carica e ci collego un televisore in una casa dotata di contratto Enel, sono dunque fuorilegge? Il mio caricabatterie solare per il cellulare composto da un pannellino e un powerbank al ltio da 10.000 mAh non è forse un sistema di accumulo che ho in casa? E’ fuorilegge? Non esistono caricabatterie solari CEI-021… Sì d’accordo, in questi casi parliamo di energie minime, ma il principio di funzionamento è lo stesso. Non so, io il concetto che per poter usare un impianto a isola in casa devo chiedere lo stacco Enel non solo non lo condivido, ma neppure lo capisco. Perché l’Enel vuol rinunciare a clienti che tanto comunque pagherebbero un sacco di spese fisse, a fronte di una minima fornitura di energia?

          2. SALVE, HO LETTO CON INTERESSE LA VOSTRA DISCUSSIONE, NE SONO ANCH’IO COINVOLTO, NON SO SE IL MIO IMPIANTO “A ISOLA” E’ OFF-GRID tipo “UPS” OPPURE NO, SO PERO’ CON CERTEZZA CHE ESSO VIENE RICARICATO DALLA RETE QUANDO LE BATTERIE SONO SCARICHE. QUESTO COMPORTA UN CONSUMO DI CORRENTE DELLA RETE NON INDIFFERENTE CHE VANIFICA IL RISPARMIO DATO DALL’UTILIZZO DEL FOTOVOLTAICO. PER UTILIZZARE IL FOTOVOLTAICO SONO COSTRETTO A STACCARE LA CORRENTE DAL CONTATORE, MA QUANDO RIATTACCO ESSA, LA PRIMA COSA CHE SUCCEDE E’ CHE LE BATTERIE SI RICARICANO CON LA CORRENTE DI RETE …

            C’E’ QUALCUNO CHE MI SA CONSIGLIARE SU COME NON FAR RICARICARE LE BATTERIE DALLA RETE?

            GRAZIE LEONARDO BAIOCCHI

  21. Posso essere anche d’accordo ma la stesura dell’articolo, i toni allarmistici con vari riferimenti ad impiantisti talebani e vasellina etc.. non sono per niente professionali.
    Non sarai certamente solo tu a proporre impianti a norma CEI 0-21e conoscere le leggi vigenti in materia.
    Roberto possessore impianto 6Kw

    veramente disgustoso.

    1. Salve Roberto, mi spiace che tu ti sia sentito offeso dal tono del mio articolo, ma vedi, abbiamo visioni diverse.

      Quello che a me disgusta veramente è vedere gente rivoltata per dritto e per rovescio da venditori senza scrupoli che pur di portare a casa il lavoro sono disposti a raccontare qualsiasi cosa, e non sto parlando del caso specifico che tratto nel mio articolo.

      Quello che a me disgusta veramente è gente che dopo aver speso migliaia e migliaia di euro convinta di rendere la propria casa più efficiente, si trova bollette più salate di prima perché chi gli ha venduto l’intervento nel migliore dei casi è un incompetente.

      Quello che a me disgusta veramente è gente che vende impianti fuori legge sapendo benissimo che cosa sta vendendo, perché tanto “basta non dichiarare l’impianto”, perché tanto “chi verrà mai a controllare”, perché “abbiamo ragione noi, chi fa le norme non capisce un cazzo”.

      Ho già scritto a riguardo, leggiti QUESTO ARTICOLO, e poi vediamo dove va a finire il perbenismo, il politically correct e il “volemosse bbene”!

      Non ho mai scritto di essere l’unico a proporre sistemi CEI 0-21, né l’unico a conoscere la norma, forse in preda alla tua indignazione non hai colto il senso dell’articolo., pazienza.

      Sto semplicemente mettendo in guardia le persone che vogliono dotarsi di un sistema di accumulo nel farlo correttamente, visto che il mercato pullula di gente spregiudicata. E non ho paura nel dirlo senza peli sulla lingua, mai e in ogni caso. Anzi ti dirò di più: io lavoro con sistemi di nicchia, non con prodotti di massa, figurati se penso di essere l’unica alternativa sul mercato!

      Se non ti piace il mio tono puoi sempre cambiare pagina, non ho (purtroppo) l’esclusiva del web a riguardo e non pretendo di essere simpatico a tutti.

      Saluti

      Loris

  22. Avevo letto di questi sistemi “affascinanti” ma non ne capivo il funzionamento ed ho lasciato perdere. Ultimamente li vedo in vendita nella grande distribuzione e mi è tornata la voglia.
    Ma continuo a non capire …(ora capisco leggendo questa lettera che condivido).
    La voglia è di avere due separati impianti:
    1) la rete …. senza alcuna modifica,
    2) un impianto alimentato dal fotovoltaico che utilizza l’energia per particolari necessità …. nella stessa casa ma completamente indipendenti … anzi se possibile vorrei funzionasse tutto a 12 volt.

    Lecito immagino……..

    Domanda l’utilizzo dovrebbe alimentare “con il sole” dei deumidificatori
    normalmente vengono venduti per funzionare a 220 alternata
    è pensabile modificarli per farli funzionare a 12 volt continua?
    (pensavo di fare la ricerca nel campo roulotte o camper dove sa sempre esistono frigoriferi 12 volt, tv, radio ….)

    Ammesso sia già possibile che dimensione deve avere un cavo corrente valido per un deumidificatore che consuma oggi 300watt a 220 alternata alimentato da 12 volt continua?
    basta anche senza grossi calcoli un 2,5?
    Il cavo terra è necessario sul 12 volt?
    (nel caso ci si può connettere alla terra dell’impianto rete o anche la terra potrebbe rappresentare un pericolo? la terra non ha nulla in comune con il fornitore di energia … che viaggia sui due cavi fase e neutro)

    Grazie

  23. In effetti le telefonate di proposte di accumulo me ne sono arrivate a gogò ma non ho mai creduto. Tante proposte ma nessuna nel dettaglio😕 solite sole per vendere……. , perché a stop punto posso sempre farmelo io ………..premetto ho già un impianto fotovoltaico …….

    1. Purtroppo è esattamente così, i sistemi di accumulo oggi hanno sostituito nella vendita “aggressiva” da call-center gli impianti fotovoltaici di una volta. C’è gente che telefona e si fa passare per tecnici enel che devono “controllare” i contatori e come sta funzionando l’impianto, con la scusa di entrare in casa e convincere la malcapitata vittima ad acquistare i loro sistemi.

      Ovviamente tutto questo in barba alla privacy…l’ultimo cliente che mi ha contattato a riguardo mi raccontava che questi “signori” dicono che il GSE sta fallendo e per fare cassa vende le liste clienti agli operatori del settore…roba da denuncia.

      Premesso che continuo a non capire come ancora oggi nel 2017 sia possibile accettare una vendita telefonica, anche di un banale appuntamento, i sistemi di accumulo sono cosa delicata, da maneggiare con cura, perché il rischio di prendersi in casa un sistema che poi non risponde alle proprie aspettative è davvero molto alto.

      C’è anche da dire rispetto al tuo commento che “posso sempre farmelo io” non funziona, se intendi che basta mettere una batteria e un regolatore di carica per fare un sistema di accumulo…il senso del mio articolo è proprio quello che oggi per poter installare qualsiasi sistema è obbligatorio coinvolgere il gestore di rete con sistemi correttamente certificati, il fai-da-te non è proprio contemplato!

      A presto

      Loris

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