FOTOVOLTAICO 2.0 – I SISTEMI DI ACCUMULO

schema batterie fotovoltaico.jpgÉ indubbio che dal 2006 ad oggi il mercato degli impianti fotovoltaici ha subito una crescita esponenziale, trainata dal programma di incentivi noto con il nome di “conto energia“. La particolare natura di questi incentivi, che premiavano la totale produzione di energia pulita erogata dall’impianto, ha rappresentato fin dai primi anni un’indiscutibile attrattiva, perché essi erano garantiti direttamente dallo stato per vent’anni e producevano una rendita effettiva e misurabile.

Questi incentivi hanno quindi permesso la nascita e la crescita di un mercato globale, che grazie allo sviluppo di economie di scala ha visto una riduzione drastica del valore commerciale del componente fondamentale del sistema, cioè il pannello fotovoltaico.

L’insieme di queste due cose (mercato in espansione e discesa verticale dei prezzi) e la progressiva insostenibilità finanziaria di questi incentivi, il cui costo rimarrà a carico della collettività per molti anni, ha imposto una scadenza al programma, ufficialmente terminato ad agosto del 2013.

Al netto delle distorsioni (tutte italiche) che il conto energia ha prodotto durante la sua esistenza, resta un importante risultato: l’abbattimento dei costi ha reso questa tecnologia accessibile ad una platea più vasta di persone.

Ne parlo approfonditamente in QUESTO ARTICOLO, che ti consiglio di leggere, è piuttosto interessante.

LIMITI ATTUALI

Il forte approccio finanziario legato alla presenza di questi incentivi, ha sempre posto in secondo piano un limite tecnologico del sistema, cioè la scarsa controllabilità della produzione di energia; un impianto fotovoltaico infatti produce elettricità a prescindere da come questa viene utilizzata, e quindi l’eventuale eccesso viene veicolato nella rete elettrica pubblica.

Non a caso tutti gli impianti fotovoltaici sono allacciati alla rete attraverso un contatore Enel bidirezionale, in grado cioè di misurare anche il flusso di energia che esce, non solo quello che entra.

É opinione diffusa che in questo caso la rete funga da “batteria virtuale”, cioè restituisca in un secondo momento quanto immesso.

Non è vero, é un mito da sfatare. L’energia immessa in rete viene semplicemente misurata e rimborsata. L’aspetto interessante é che per un impianto domestico standard il flusso energetico in uscita rappresenta circa il 70/75% della produzione totale. In altre parole solo poco più di un quarto dell’energia prodotta viene consumata subito, e quindi il risparmio diretto in bolletta risulta marginale, meno evidente di quanto potrebbe potenzialmente essere.

LA SOLUZIONE INNOVATIVA

Per ovviare a questo “inconveniente”, sono disponibili già da diversi anni sul mercato soluzioni che permettono di accumulare all’interno di batterie l’eccesso di energia prodotta durante il giorno, per renderla disponibile gratuitamente durante le ore serali e notturne.

accumulo Senec

In pratica possiamo finalmente sfruttare appieno le potenzialità dei pannelli fotovoltaici, delegando alla rete pubblica il prelievo solo quando non c’è abbastanza sole per sostenere il fabbisogno dell’edificio, per esempio durante la stagione invernale, e l’immissione di un eventuale eccesso di produzione durante la stagione estiva, nell’ipotesi di batterie già cariche.

Abbiamo stimato che nella maggioranza dei casi è possibile garantire un risparmio diretto ed immediato fino al 75% della bolletta.

Stiamo assistendo alla prima vera rivoluzione dallo sviluppo del fotovoltaico terrestre; oggi ci viene data la possibilità tecnica di renderci quasi del tutto autonomi dalla rete elettrica, e quindi insensibili agli aumenti del costo dell’energia dei prossimi anni. Inoltre le batterie, che se scelte correttamente possono durare anche una decina d’anni (in alcuni casi anche più di venti), hanno enormi margini di sviluppo tecnologico, perché sono il cuore di un’altra rivoluzione che oggi stiamo vivendo, quella della mobilità elettrica.

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2 pensieri su “FOTOVOLTAICO 2.0 – I SISTEMI DI ACCUMULO

  1. Buonasera Sig. Uccia
    noi ci eravamo sentiti anche per avere consigli sulla tariffa D1 che, grazie ai suoi consigli ho provveduto a stipulare.
    questa volta le chiedo di spiegarmi come sia possibile collegare al mio impianto FV trifase 380V una batteria da accumulo. io ho bilanciato sulle tre fasi i carichi di casa (pompe di calore + boiler + lavatrice + ecc..) ma se monto una batteria monofase non capisco come possa funzionare l’impianto.
    grazie

    1. Infatti non funziona…o meglio funziona, ma solo sulla fase di pertinenza.
      Impianto trifase = accumulo trifase, oppure al limite sbilancio i carichi, ma non sarà mai la stessa cosa.

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